di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 18/12/2025

Un elicottero del soccorso alpino (repertorio) - Redazione Lavoratorio.it
Dal 2026 chiedere l’intervento di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza per operazioni di soccorso in mare o in montagna potrebbe non essere sempre gratuito. Un emendamento alla legge di Bilancio, riformulato dal Governo e atteso al voto in commissione Bilancio del Senato, introduce infatti il principio del rimborso dei costi per gli interventi ritenuti non giustificati. La misura estende a Polizia e Carabinieri una norma già prevista per la Guardia di Finanza.
SOCCORSI IN MARE E IN MONTAGNA, COSA CAMBIA DAL 2026
La novità riguarda le attività di ricerca, soccorso e salvataggio svolte in ambito alpino e marittimo. Dal prossimo anno la richiesta di aiuto dovrà essere legata a una reale situazione di emergenza. In caso contrario, l’intervento potrebbe diventare a pagamento. L’emendamento chiarisce che la misura non si limita alle chiamate manifestamente infondate, ma si applica anche agli interventi resi necessari da incidenti causati da comportamenti gravemente imprudenti. L’obiettivo è intervenire su un fenomeno ormai ricorrente, soprattutto in montagna, dove molti soccorsi vengono attivati per escursioni affrontate senza adeguata preparazione o con equipaggiamento inadeguato.
QUANDO SCATTA IL PAGAMENTO: DOLO O COLPA GRAVE
Il punto centrale della norma è la distinzione tra emergenza reale e comportamento scorretto. Il rimborso dei costi scatterà solo nei casi di dolo o colpa grave, non per ogni intervento di soccorso. Resta quindi fermo il principio del soccorso pubblico come servizio essenziale, ma se l’evento che ha richiesto l’intervento è stato provocato da scelte consapevolmente rischiose, imprudenze evidenti o azioni volontarie, lo Stato potrà rivalersi economicamente su chi ha causato l’operazione di salvataggio.
QUANTO POTREBBE COSTARE UN INTERVENTO
Al momento non sono ancora definiti gli importi dei rimborsi. L’emendamento prevede che i costi vengano stabiliti con decreti attuativi adottati dal Ministero dell’Interno e dal Ministero della Difesa, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Solo dopo l’emanazione di questi provvedimenti sarà possibile conoscere quanto potrebbe costare un soccorso ritenuto non giustificato e quali criteri verranno utilizzati per il calcolo del rimborso.
PERCHÉ IL GOVERNO INTRODUCE LA MISURA
La finalità dichiarata della norma non è ridurre il numero dei soccorsi, ma limitare gli abusi e scoraggiare comportamenti irresponsabili che mettono a rischio la sicurezza personale e impegnano risorse pubbliche rilevanti.
Il confine tra semplice imprudenza e colpa grave sarà però determinante e potrebbe diventare terreno di contenzioso. Molto dipenderà dall’interpretazione concreta della norma e dalle linee guida operative che verranno adottate per valutare, caso per caso, la responsabilità di chi viene soccorso.
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