di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 12/08/2025

Due giovani alle prese con i conti di casa (repertorio) - Freepik
Il prossimo autunno si preannuncia decisivo per la politica economica italiana, con il Governo Meloni intenzionato a concentrarsi sul taglio delle tasse per il ceto medio. L’intervento, annunciato già due anni fa, dovrebbe riguardare i redditi oltre i 28.000 euro e rappresenterebbe un passo successivo alle misure degli ultimi anni, indirizzate principalmente alle fasce di reddito più basse.
Con l’ultima Legge di Bilancio, la riduzione della seconda aliquota Irpef e l’accorpamento dei primi due scaglioni sono diventati strutturali. Ora, l’attenzione si sposta sui contribuenti con redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro.
L'IPOTESI DI RIDUZIONE DELLA SECONDA ALIQUOTA
L’ipotesi principale in discussione è la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%. Secondo il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, grazie alla lotta all’evasione fiscale sarebbero stati reperiti 32 miliardi di euro, una parte dei quali destinata proprio a questa misura.
Inizialmente, l’abbassamento dell’aliquota era legato ai risultati del concordato preventivo biennale, ma la mancata adesione di molti autonomi e professionisti ha ridotto il gettito atteso, impedendo di inserire il taglio nella scorsa manovra.
LA SITUAZIONE ATTUALE DEGLI SCAGLIONI
Oggi l’Irpef è articolata in tre scaglioni:
L’intervento riguarderebbe circa 11 milioni di contribuenti, con un risparmio stimato tra 50 e 1.500 euro l’anno per redditi da 30.000 a 60.000 euro.
Tra le ipotesi, oltre alla riduzione al 33%, c’è anche l’estensione della seconda fascia fino a 60.000 euro, lasciando l’aliquota massima del 43% solo per i redditi superiori.
LE COPERTURE E I COSTI
Il costo dell’operazione dipenderebbe dall’ampiezza della platea:
Al momento, le risorse disponibili nella prossima manovra sono limitate, poiché gran parte servirà a confermare l’Irpef a tre aliquote e il taglio del cuneo fiscale.
UN PASSO VERSO L'ALIQUOTA UNICA
La riforma fiscale del Governo mira, nel lungo periodo, ad arrivare a una flat tax con aliquota unica, mantenendo la progressività attraverso un sistema di detrazioni. La delega fiscale, prorogata di 12 mesi, lascia ancora spazio per l’approvazione dei decreti attuativi.
Il taglio dell’Irpef per il ceto medio rappresenta, in questa prospettiva, un passaggio intermedio verso quel traguardo.
TAGLIO RINVIATO MA NON CANCELLATO
Nonostante l’assenza dalla manovra precedente, il Governo conferma la volontà di intervenire sull’aliquota al 35%. La misura, più volte ribadita dal viceministro Leo, si inserisce nel percorso avviato lo scorso anno con la riduzione da quattro a tre scaglioni e la tutela delle fasce più deboli.
Se le coperture saranno confermate, la riduzione al 33% potrebbe diventare una delle priorità economiche del 2025.
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