di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 19/12/2025

Una sede dell'Agenzia delle Entrate Riscossione (repertorio) - Redazione Lavoratorio.it
La Rottamazione quinquies cambia assetto rispetto alla versione inizialmente prevista nel disegno di Legge di Bilancio 2025 e si configura come una misura più sostenibile per i contribuenti con cartelle esattoriali pendenti. Il Governo, intervenendo con una riformulazione dell’emendamento alla Manovra, ha rivisto alcune delle condizioni economiche più critiche, nel tentativo di ampliare la platea degli aderenti e rendere più accessibili i piani di rientro.
Il principale correttivo riguarda il tasso di interesse applicato ai pagamenti rateali, ridotto al 3 per cento, un valore sensibilmente inferiore rispetto alle prime ipotesi circolate nelle fasi iniziali del confronto parlamentare.
ROTTAMAZIONE QUINQUIES, LE ULTIME MODIFICHE
L’intervento del Governo rappresenta un punto di equilibrio rispetto a una proposta avanzata dalla Lega, che puntava a fissare il tasso al 2 per cento. Nella versione originaria del provvedimento, invece, era previsto un interesse del 4 per cento, giudicato eccessivamente oneroso da una parte della maggioranza e dalle associazioni dei contribuenti.
La riduzione al 3 per cento viene quindi letta come una scelta di compromesso, finalizzata a rendere più appetibile la definizione agevolata senza appesantire eccessivamente i conti pubblici.
QUALI CARTELLE POSSONO ESSERE ROTTAMATE
Il perimetro della Rottamazione quinquies è particolarmente ampio e comprende i debiti affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. In sostanza, rientrano nella sanatoria tutte le cartelle relative a questo arco temporale.
Restano invece escluse le posizioni dei contribuenti che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi e quelle emerse a seguito di accertamenti fiscali, confermando l’impostazione già adottata nelle precedenti definizioni agevolate.
DEBITI AMMESSI TRA IMPOSTE E CONTRIBUTI
La misura riguarda i debiti derivanti dal mancato versamento di imposte regolarmente dichiarate. Oltre ai tributi, possono essere inclusi anche i contributi previdenziali dovuti all’INPS, a condizione che non siano il risultato di attività di accertamento.
L’impianto normativo punta dunque a distinguere tra irregolarità dichiarative e vera e propria evasione accertata, concentrando il beneficio sui debiti già emersi e riconosciuti dal contribuente.
QUANTO SI PAGA CON LA NUOVA ROTTAMAZIONE
Aderendo alla Rottamazione quinquies, il contribuente è tenuto a versare esclusivamente il capitale, ossia l’imposta o il contributo originariamente dovuto, insieme alle spese di notifica e a quelle eventualmente sostenute per le procedure esecutive.
Vengono invece azzerate sanzioni, interessi di mora, aggio e sanzioni civili sui contributi previdenziali, con un abbattimento significativo dell’importo complessivo da pagare rispetto al debito iniziale.
PAGAMENTI DILAZIONATI FINO A NOVE ANNI
Il debito può essere saldato in un’unica soluzione, con scadenza fissata al 31 luglio 2026, oppure attraverso un piano rateale fino a 54 rate bimestrali, equivalenti a un periodo massimo di nove anni. Le rate avranno importo costante e saranno gravate da un tasso di interesse del 3 per cento, più contenuto rispetto a quanto previsto nelle prime versioni della misura.
QUANDO SI PERDONO I BENEFICI DELLA SANATORIA
La decadenza dalla Rottamazione quinquies scatterà in caso di mancato pagamento di due rate, anche non consecutive, oppure in caso di mancato versamento dell’unica rata prevista per chi opta per il pagamento in soluzione unica. In tali circostanze, il debito tornerà integralmente esigibile secondo le regole ordinarie della riscossione.
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