Pensioni 2026, cosa cambia con l’aumento: i nuovi importi dal 1 gennaio

di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 09/12/2025

L'esterno di una sede INPS (repertorio)

L'esterno di una sede INPS (repertorio) - Redazione Lavoratorio.it

Da gennaio 2026 gli assegni previdenziali subiranno un aggiornamento automatico legato alla rivalutazione dell’1,4%, definita dal decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 novembre. Si tratta di un adeguamento provvisorio, basato sull’inflazione stimata per il 2025, che potrà essere rivisto nei primi mesi del nuovo anno una volta disponibile il dato definitivo ISTAT. L’obiettivo è quello di tutelare il potere d’acquisto dei pensionati in un contesto di crescita dei prezzi, attraverso un meccanismo consolidato che aggiorna annualmente gli importi in base al costo della vita. Non tutti, però, riceveranno la stessa percentuale: la rivalutazione piena si applica solo agli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo.

RIVALUTAZIONE PENSIONI: CHI OTTIENE L’AUMENTO PIENO

Gli assegni che non superano i 2.413 euro lordi al mese beneficeranno dell’aumento completo dell’1,4%. In termini pratici, una pensione di 1.000 euro salirà a circa 1.014 euro, mentre un assegno da 2.000 euro passerà a circa 2.028 euro lordi.

Per gli importi più elevati, l’incremento viene ridotto in modo progressivo:

– tra quattro e cinque volte il minimo (fino a circa 3.017 euro), l’aumento sarà dell’1,26%;

– oltre questa soglia, la rivalutazione scenderà all’1,05%.

Una pensione di 3.000 euro salirà così a circa 3.041 euro, mentre un assegno di 3.500 euro aumenterà di poco meno di 47 euro. Si tratta di cifre lorde, quindi l’importo netto dipenderà da IRPEF e addizionali locali.

I NUOVI MINIMI E GLI AUMENTI PER LE PENSIONI PIÙ BASSE

Il trattamento minimo sale da 603,40 a 611,85 euro mensili, mentre l’Assegno sociale passa da 538,69 a 546,23 euro. Per i pensionati con redditi bassi la legge di Bilancio 2026 prevede una maggiorazione sociale di 20 euro al mese, riservata a chi rientra in determinati requisiti anagrafici e reddituali. Aumentano anche le prestazioni legate all’invalidità civile: l’indennità di frequenza, l’assegno mensile e l’assegno per ciechi civili salgono da 336 a 340,70 euro. Restano invece invariate le maggiorazioni legate a condizioni specifiche.

POSSIBILI CONGUAGLI E VERIFICHE NEL CEDOLINO

Il tasso dell’1,4% è al momento provvisorio e potrà essere rettificato qualora l’inflazione definitiva del 2025 risultasse superiore. In tal caso l’INPS procederà a conguagli a favore dei pensionati nel corso del 2026. Per verificare l’aumento effettivo applicato, sarà sufficiente consultare il cedolino di gennaio 2026, dove saranno riportati gli importi aggiornati.

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