di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 03/07/2025
Due pensionati - gpointstudio
Per ottenere il rimborso fiscale delle ritenute IRPEF applicate sulla pensione, è necessario presentare un’istanza completa e dettagliata, con l’indicazione esatta dell’importo richiesto. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 15058 del 5 giugno 2025, che fissa un principio chiaro: le richieste prive di questi elementi non sono giuridicamente valide.
NIENTE SILENZIO-RIFIUTO SE LA DOMANDA E' INCOMPLETA
Secondo la Suprema Corte, in assenza di informazioni precise sull’ammontare delle somme richieste e sui relativi versamenti, l’istanza non consente una valutazione effettiva da parte dell’Amministrazione finanziaria.
Pertanto, non può essere considerata idonea a generare il silenzio-rifiuto, cioè quel meccanismo che consente al contribuente di impugnare il mancato riscontro entro 90 giorni.
“Le domande di rimborso, prive delle indicazioni inerenti gli estremi di versamento e gli importi relativi all’ammontare delle ritenute IRPEF, nonché della indicazione degli importi chiesti in restituzione, non possono considerarsi giuridicamente valide […]”.
COSA DEVE CONTENERE L'ISTANZA
Per essere considerata valida, la richiesta di rimborso deve contenere:
Senza questi elementi, l’Amministrazione non può valutare né accogliere né rigettare la domanda, rendendola inefficace anche sotto il profilo procedurale.
ATTENZIONE AI TERMINI
È importante ricordare che la richiesta di rimborso può essere presentata entro 48 mesi dalla data del versamento contestato. Trascorso questo termine, il diritto al rimborso si prescrive.
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