di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 02/01/2024
L'anno nuovo porta buone notizie per coloro che percepiscono la pensione di reversibilità: alcuni degli aventi diritto, infatti, nel corso del 2024 otterranno dei rimborsi. La decisione è stata presa a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, che ha imposto all'INPS di restituire somme che erano state ingiustamente trattenute. Fino a poco tempo fa, la legge prevedeva una progressiva riduzione della pensione di reversibilità per coloro che continuavano a percepire redditi propri. Tuttavia, a giugno del 2023, la Consulta ha dichiarato incostituzionale tale meccanismo.
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Di conseguenza, l'INPS procederà con il rimborso delle somme dovute a coloro che hanno ricevuto una pensione di reversibilità ridotta negli ultimi 5 anni. Gli aventi diritto riceveranno un conguaglio relativo ai mancati importi per gli anni dal 2019 al 2023. A partire dal 2024, i calcoli seguiranno direttamente quanto stabilito dalla Corte Costituzionale. Fino all'anno scorso, i tagli erano applicati a chi aveva un reddito proprio superiore a 4 volte il trattamento minimo, escludendo i nuclei familiari con figli minori, studenti o disabili.
Per ogni anno, i limiti di reddito di riferimento oltre i quali scattavano i tagli erano i seguenti, come riportato da QuiFinanza.it:
I rimborsi, che includeranno interessi e rivalutazione, riguardano la pensione di reversibilità assegnata al coniuge o agli eredi in assenza del coniuge. Saranno esclusi dai conguagli coloro che, negli ultimi 5 anni, hanno percepito un reddito proprio inferiore a 3 volte il trattamento minimo e coloro che fanno parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o disabili di qualsiasi età.
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