Pensione anticipata a 64 anni con il TFR: la proposta del Governo

di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 30/09/2025

Pensione anticipata a 64 anni con il TFR: la proposta del Governo

margarita gangalo

Il dibattito sulla riforma delle pensioni entra nel vivo in vista della prossima Legge di Bilancio. Tra le ipotesi allo studio, spicca quella avanzata dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che prevede la possibilità di uscita anticipata dal lavoro a 64 anni grazie all’utilizzo del TFR come integrazione al reddito pensionistico.

UNA PROPOSTA PRESENTATA AL MEETING DI RIMINI

Durante il Meeting di Rimini 2025, Durigon ha illustrato i punti chiave di questa misura, evidenziandone i possibili vantaggi: agevolazioni fiscali, maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione e reversibilità dell’importo per gli eredi.

Secondo il sottosegretario, la novità si inserirebbe in un quadro di interventi volti a superare l’attuale sistema delle quote, in particolare Quota 103, ormai in scadenza.

COME FUNZIONA L’UTILIZZO DEL TFR

La proposta prevede che il Trattamento di Fine Rapporto non venga erogato in un’unica soluzione, ma trasformato in una rendita annuale.

Questa opzione consentirebbe ai lavoratori con almeno 25 anni di contributi di anticipare il pensionamento, anche se non raggiungono la soglia della pensione minima di 1.616 euro mensili.

Il meccanismo sarebbe volontario e accompagnato da vantaggi fiscali paragonabili a quelli dei fondi pensione. Inoltre, la rendita derivante dal TFR sarebbe reversibile, offrendo una garanzia economica ai familiari in caso di decesso del titolare.

CHI NE TRARREBBE BENEFICIO

Il modello si rivolge soprattutto a chi, pur avendo una carriera contributiva lunga, rischia di percepire una pensione troppo bassa per l’uscita anticipata.

Secondo una simulazione del Corriere della Sera, un lavoratore con una pensione stimata in 1.300 euro al mese potrebbe integrare la somma con 316 euro mensili attingendo al TFR, così da raggiungere la soglia minima richiesta.

Dal punto di vista della spesa pubblica, l’iniziativa permetterebbe all’Inps di contenere gli esborsi immediati: oggi, infatti, l’istituto versa circa 6,8 miliardi di euro l’anno in TFR, con importi una tantum che possono arrivare a 50-70 mila euro per singolo lavoratore.

VERSO UNA NUOVA RIFORMA PREVIDENZIALE

Durigon ha ipotizzato che la misura possa sostituire Quota 103 e affiancare strumenti come Opzione donna, ampliando così le possibilità di pensionamento anticipato.

Non solo: il TFR potrebbe essere utilizzato anche per finanziare servizi di assistenza a lungo termine destinati alle persone non autosufficienti.

Se approvata, la proposta rappresenterebbe una soluzione più sostenibile e flessibile rispetto agli attuali meccanismi, con l’obiettivo di garantire maggiore stabilità economica ai futuri pensionati.

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