di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 16/04/2025
Un operaio al lavoro in fabbrica - Lifestylememory
Con l’entrata in vigore della legge 203/2024 (Collegato Lavoro), arrivano importanti novità nel campo della somministrazione di lavoro a termine. A partire dal 12 gennaio 2025, le imprese utilizzatrici non potranno più impiegare lavoratori somministrati a termine per oltre 24 mesi, anche se assunti a tempo indeterminato dall’agenzia di somministrazione.
Una svolta normativa che cambia le regole del gioco per aziende e lavoratori, come chiarito dalla circolare n. 6/2025 del Ministero del Lavoro.
L’articolo 10 della legge 203/2024 modifica il decreto legislativo 81/2015, articolo 31, comma 1, eliminando l’eccezione che consentiva, fino al 30 giugno 2025, di superare i 24 mesi per i lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle agenzie.
La nuova norma prevede che, una volta superati i 24 mesi complessivi, il lavoratore dovrà essere assunto direttamente a tempo indeterminato dall’impresa utilizzatrice.
Esempio pratico:
Un lavoratore inviato in missione per 30 mesi prima del 12 gennaio 2025 potrà essere riutilizzato per ulteriori missioni fino a un massimo di 24 mesi dal 12 gennaio in poi, senza obbligo di assunzione da parte dell’utilizzatore.
Se invece la missione è in corso al 12 gennaio, può proseguire fino al 30 giugno 2025, anche se supera i 24 mesi. Tuttavia, i mesi successivi al 12 gennaio saranno conteggiati nel nuovo limite dei 24 mesi.
La riforma conferma il limite del 30% dell’organico per i lavoratori a termine, compresi quelli somministrati. Tuttavia, sono escluse alcune categorie particolari, tra cui:
Questi contratti non concorrono al raggiungimento del tetto del 30%, né per i contratti a termine né per la somministrazione.
Un’ulteriore semplificazione riguarda i contratti a termine in somministrazione stipulati con determinate categorie di lavoratori, per cui non è più richiesta la causale.
I soggetti interessati sono:
I lavoratori molto svantaggiati sono invece coloro che:
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