di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 17/09/2025
Freepik
Con la sentenza n. 118 del 21 luglio 2025, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il limite massimo di sei mensilità previsto come indennità risarcitoria per i lavoratori licenziati illegittimamente nelle piccole imprese.
Secondo i giudici, una simile previsione – fissa e uniforme, indipendentemente dalla gravità del vizio del licenziamento – risulta in contrasto con i principi sanciti dalla Carta fondamentale.
I PRINCIPI VIOLATI
La Consulta ha sottolineato come la fissazione di un “tetto rigido”, unita in alcuni casi alla possibilità di dimezzamento dell’indennità, impedisca di applicare in modo corretto i criteri di adeguatezza, proporzionalità e congruità.
Un risarcimento così standardizzato, infatti, non tiene conto delle peculiarità del singolo caso e non è in grado di garantire al lavoratore un ristoro adeguato del danno subito. Ciò viola il principio di eguaglianza e dignità sancito dall’articolo 3 della Costituzione.
L’INVITO AL LEGISLATORE
Nella sentenza, la Corte ha rivolto un chiaro invito al legislatore italiano a intervenire per ridefinire i criteri di calcolo dell’indennità.
Secondo la Consulta, occorre considerare non solo il numero dei dipendenti, ma anche altri indicatori della forza economica dell’impresa, come ad esempio il fatturato, così da garantire una maggiore sostenibilità per le aziende e una più equa tutela per i lavoratori licenziati illegittimamente.
Leggi anche: Settembre, stangata sulle famiglie italiane
Leggi anche: Assegno unico universale, la scheda
Leggi anche: Bonus da 500 euro, torna la carta "Dedicata a te"
Leggi anche: Bonus, quali resteranno anche nel 2026
Se vuoi ricevere su WhatsApp i nuovi articoli di Lavoratorio.it CLICCA QUI e attiva le notifiche
Se vuoi ricevere su Telegram i nuovi articoli di Lavoratorio.it CLICCA QUI e poi su "unisciti" per attivare le notifiche
Cerca il TUO lavoro con Lavoratorio.it: seleziona settore professionale e zona di lavoro
Ti potrebbero interessare: