Come evitare le sanzioni fiscali: le vie previste dalla legge

di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 19/09/2025

Come evitare le sanzioni fiscali: le vie previste dalla legge

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Ricevere una cartella esattoriale con imposte, interessi e sanzioni non è mai piacevole. Molti contribuenti si chiedono se sia possibile almeno evitare il pagamento delle sanzioni fiscali. In alcuni casi la risposta è sì: accanto a misure straordinarie come la rottamazione delle cartelle, esiste anche una tutela legata ai dubbi interpretativi delle norme tributarie.

LA BUONA FEDE DEL CONTRIBUENTE

Il nostro ordinamento riconosce la buona fede del contribuente, anche in materia fiscale. L’articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 472/1997 stabilisce che, in presenza di obiettive condizioni di incertezza sull’applicazione di una norma tributaria, non si applicano le sanzioni.

Attenzione: ciò non significa che il contribuente non debba versare l’imposta o la maggiore imposta dovuta. Significa però che, se l’errore è stato commesso in buona fede a causa di una norma ambigua, non scatta la componente sanzionatoria.

QUANDO VALE L’INCERTEZZA INTERPRETATIVA

La giurisprudenza ha chiarito che l’incertezza deve essere oggettiva e non derivare solo da difficoltà personali del contribuente. La sentenza 14987/2009 della Corte di Cassazione sottolinea che il dubbio deve emergere dalla formulazione della norma stessa ed essere riconosciuto da un giudice.

In altre parole, non basta dire “la norma mi sembrava poco chiara”: è necessario che quella stessa norma sia stata oggetto di dibattito o di diverse interpretazioni anche a livello giuridico.

L’ONERE DELLA PROVA

Dimostrare l’incertezza normativa spetta al contribuente. La prova può essere complessa e deve basarsi su elementi concreti, come:

  • precedenti giurisprudenziali che evidenzino il dubbio interpretativo;
  • assenza di un orientamento consolidato dell’amministrazione finanziaria;
  • pareri o sentenze che abbiano sostenuto letture alternative della stessa norma.

Si tratta di un percorso non semplice, che richiede spesso il supporto di un consulente fiscale o di un avvocato tributarista.

L’ISTANZA DI INTERPELLO COME TUTELA PREVENTIVA

Un’altra strada per evitare le sanzioni è la presentazione di una istanza di interpello all’Agenzia delle Entrate. È lo strumento principale per chiarire in anticipo i dubbi interpretativi.

L’interpello deve essere redatto con precisione: occorre descrivere la situazione in modo dettagliato, richiamando gli articoli di legge e gli elementi a sostegno della propria interpretazione. Una semplice esposizione sommaria non è sufficiente.

La risposta dell’Agenzia si compone di due parti: da un lato riassume la soluzione proposta dal contribuente, dall’altro fornisce l’interpretazione ufficiale, che può coincidere o meno con quella prospettata. In ogni caso, la risposta vincola l’amministrazione e protegge il contribuente da eventuali contestazioni future.

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