di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 02/05/2025
Due lavoratori a fine turno - aleksandarlittlewolf
Con l’arrivo della Festa dei Lavoratori, torna anche nel 2025 il cosiddetto bonus 1° maggio, destinato esclusivamente a chi ha prestato servizio durante questa giornata festiva riconosciuta. Per chi non ha lavorato, la festività è comunque retribuita: lo stipendio non subisce variazioni. Vediamo nel dettaglio chi ha diritto al bonus, in che misura e come varia in base al contratto collettivo applicato.
Il 1° maggio 2025 è caduto di giovedì, giorno lavorativo per la maggior parte delle categorie. Chi ha lavorato durante questa giornata, previo accordo con il datore di lavoro, riceverà in busta paga una maggiorazione dello stipendio, la cui entità è determinata dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicato.
Oltre alla maggiorazione, in alcuni casi sono previsti anche riposi compensativi, in base alle previsioni del contratto.
Chi invece ha goduto del riposo festivo, come previsto dalla legge, riceverà lo stesso stipendio che avrebbe percepito in una normale giornata lavorativa.
La festività è infatti interamente retribuita, sia per chi ha uno stipendio mensile fisso, sia per gli operai che lavorano su base oraria: in quest’ultimo caso, la giornata del 1° maggio sarà comunque calcolata nella retribuzione complessiva.
Quando una festività cade di domenica, si applica la tutela per i festivi non goduti, che prevede un compenso aggiuntivo. Tuttavia, non è questo il caso del 2025, in quanto il 1° maggio è caduto di giovedì. Quindi, nessun bonus extra è previsto per chi non ha lavorato, ma nemmeno penalizzazioni economiche.
Per sapere esattamente quanto spetta in busta paga a chi ha lavorato il 1° maggio, è necessario verificare il proprio CCNL. La legge non stabilisce un importo fisso, ma lascia alla contrattazione collettiva il compito di determinare la maggiorazione applicabile.
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