di Redazione Lavoratorio.it - Pubblicato il 24/11/2025

Due anziani discutono riguardo le pensioni - Freepik
Fratelli d'Italia, il partito della premier Giorgia Meloni, punta a ripristinare Opzione Donna dal 2026, nonostante la misura non compaia nella versione attuale della legge di Bilancio. Due emendamenti presentati dal partito mirano sia a prorogare la possibilità di accesso, sia ad ampliare la platea delle lavoratrici beneficiarie, rendendo la misura più inclusiva rispetto alle versioni degli ultimi anni, caratterizzate da requisiti particolarmente restrittivi.
Il ritorno di Opzione Donna consentirebbe l’uscita a 61 anni anche nel 2026, con la possibilità di riduzione dell’età per le madri. Una prospettiva inaspettata, visto che le ultime indicazioni politiche lasciavano intendere un possibile abbandono definitivo dello strumento, anche a causa del numero molto ridotto di domande registrate negli ultimi anni.
Il percorso parlamentare della manovra è però ancora in corso e l’esito resta incerto: gli emendamenti presentati sono migliaia e le risorse disponibili limitate. La proposta proviene tuttavia dal partito di maggioranza relativa, elemento che aumenta le possibilità di approvazione, pur senza offrirne la certezza.
OPZIONE DONNA OGGI
Ad oggi, per accedere a Opzione Donna è necessario aver maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2024. Le condizioni attualmente previste sono:
Oltre ai requisiti, va considerata la finestra mobile: 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. L’assegno viene ricalcolato interamente con il metodo contributivo, con conseguente riduzione dell’importo rispetto ad altre vie di uscita.
Negli ultimi anni proprio la limitazione a specifiche categorie ha ristretto molto la platea delle possibili beneficiarie, penalizzando in particolare le lavoratrici espulse dal mercato del lavoro ma non coinvolte in crisi aziendali strutturate.
LA PROROGA DI OPZIONE DONNA
Il primo emendamento proposto da Fratelli d’Italia prevede una semplice proroga della misura: il termine per maturare i requisiti verrebbe spostato dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025. In questo modo potrebbero accedere anche le lavoratrici che:
L’AMPLIAMENTO DELLA PLATEA
Il secondo emendamento punta invece ad allargare l’accesso eliminando uno dei vincoli più stringenti: la necessità di essere coinvolte in una crisi aziendale con tavolo attivo al ministero.
Con la nuova formulazione, basterebbe trovarsi in una condizione di disoccupazione dovuta a:
Una modifica che amplierebbe notevolmente l’accesso alla misura, includendo donne con carriere discontinue o provenienti da piccole e medie imprese non coinvolte in procedure di crisi formali.
Leggi anche: Pensioni, cosa cambia dal 1° gennaio 2026
Leggi anche: Bonus computer, come ottenerlo
Leggi anche: Bonus bici elettriche, come ottenerlo
Leggi anche: Bonus, quali resteranno anche nel 2026
Se vuoi ricevere su WhatsApp i nuovi articoli di Lavoratorio.it CLICCA QUI e attiva le notifiche ![]()
Se vuoi ricevere su Telegram i nuovi articoli di Lavoratorio.it CLICCA QUI e poi
Cerca il TUO lavoro con Lavoratorio.it: seleziona settore professionale e zona di lavoro
Ti potrebbero interessare: