Vi seguo da tempo e apprezzo la parte editoriale del vostro sito oltre a quella delle offerte di lavoro. Per questo vi sottopongo una riflessione sulle aziende che ripubblicano a distanza di brevissimi periodi il proprio annuncio di lavoro.
Dietro un'azienda che non riesce a coprire una posizione per più di 4-6 mesi (o detta in termini più neutri, ovunque una posizione sia soggetta a frequente turn over), c'è sicuramente un problema.
Sono convinta che anche a noi lavoratori dovrebbe essere garantito un minimo di 'filtro', ovvero dovrebbe essere interdetta la pubblicazione ad aziende che rinnovano lo stesso annuncio a distanza di pochi mesi in forma di anonimato o che riaffidano lo stesso mandato ad una o più agenzie di selezione o somministrazione.
Sarebbe interessante capire se esiste un qualche sistema di giustizia che, senza entrare troppo in conflitto con il guadagno della testata giornalistica o del sito che pubblica l'annuncio, impedisca alle aziende politicamente scorrette la vera e propria speculazione sulle teste delle persone. Se voleste far vostro questo contenuto e svilupparlo e magari pubblicarlo in forma 'soft' ne sarei molto lieta. Forse può arrivare a colpire la coscienza di qualcuno che legge e che pubblica questo tipo di offerte di lavoro anche sul vostro sito. Almeno questo.
Dietro un'azienda che non riesce a coprire una posizione per più di 4-6 mesi (o detta in termini più neutri, ovunque una posizione sia soggetta a frequente turn over), c'è sicuramente un problema.
Sono convinta che anche a noi lavoratori dovrebbe essere garantito un minimo di 'filtro', ovvero dovrebbe essere interdetta la pubblicazione ad aziende che rinnovano lo stesso annuncio a distanza di pochi mesi in forma di anonimato o che riaffidano lo stesso mandato ad una o più agenzie di selezione o somministrazione.
Sarebbe interessante capire se esiste un qualche sistema di giustizia che, senza entrare troppo in conflitto con il guadagno della testata giornalistica o del sito che pubblica l'annuncio, impedisca alle aziende politicamente scorrette la vera e propria speculazione sulle teste delle persone. Se voleste far vostro questo contenuto e svilupparlo e magari pubblicarlo in forma 'soft' ne sarei molto lieta. Forse può arrivare a colpire la coscienza di qualcuno che legge e che pubblica questo tipo di offerte di lavoro anche sul vostro sito. Almeno questo.
Francesca Schiavoni
Il parere di Roberto Marabini, direttore di Lavoratorio.it:
"Buongiorno Francesca, la sua provocazione coglie nel segno, ma la invito subito a non illudersi: in questso mercato del lavoro non esistono anime pie e coscienziose pronte a redimersi. Anche se fosse nel loro stesso interesse.
Lo affermo con rammarico, oltre che con sicurezza. In quasi vent'anni di esperienza in questo settore ho provato in tutti i modi a "convincere" i selezionatori più sprovveduti che avrebbero tratto grande vantaggio nel modificare costruttivamente le loro personalissime tecniche. Ho scritto addirittura un ebook sul tema (se non ha ancora avuto modo di leggerlo, clicchi QUI) e ho tentato di provocarli anche attraverso Lavoratorio.tv (ad esempio, dia un'occhiata a questo video), ma nessuno pare disposto a modificare le proprie pessime abitudini, anche quelle più autolesionistiche. Cioé quelle che danneggiano anzitutto l'imprenditore.
Intendiamoci, la nostra battaglia è tutt'altro che persa: sto dicendo che è impossibile convincere razionalmente un solo selezionatore. Tutt'altra cosa, fare in modo che lo stesso selezionatore, anzi che tutti selezionatori, come un branco, si muovano pian piano nella direzione corretta. Non se ne accorgono, non è una loro scelta razionale, ma le assicuro che si muovono. E magari un giorno arriveranno a negare i loro metodi attuali. Anzi no, non se ne ricorderanno nemmeno.
Il problema della ripetizione degli annunci a distanza di brevissimo tempo rientra in questa generale cornice che potremmo definire "mancanza di professionalità".
Intendiamoci, non tutte le ripetizioni sono immotivate: molte figure professionali vengono richieste in continuazione e non necessariamente si riferiscono alla stessa azienda. Magari potremmo suggerire all'agenzia di modificare ogni tanto i suoi testi, ma ho già detto sopra che non possiamo sperare di ottenere più che tanto in questo senso. Il salumiere sotto l'angolo ogni giorno cambia i suoi cartelli, le sue promozioni e i suoi slogan appesi in vetrina: non possiamo pretendere altrettanto da un umile operatore d'agenzia.
Tengo a sottolineare che non esiste alcun interesse da parte dei portali di annunci nel pubblicare inserzioni ripetute ed identiche. La pubblicazione di annunci ormai è gratuita quasi ovunque (sicuramente lo è su Lavoratorio.it), ma la ripetizione dello stesso testo a distanza di pochi giorni è un gravissimo problema anche dal punto di vista tecnico: ha un impatto assolutamente negativo sui motori di ricerca! Una delle peggiori penalizzazioni che i motori affibbiano ad un sito internet è proprio quella relativa alla ripetizione di un testo. Sì, lo hanno capito anche le macchine che i testi ripetuti sono un sintomo di pessima qualità. Come dicevamo sopra, pare che la testa dei selezionatori sia però impegnata su qualcos'altro. Non sappiamo su cosa, ma sicuramente non sulla realizzazione di buoni annunci di lavoro sempre nuovi, corretti e trasparenti.
Purtroppo i portali dedicati agli annunci di lavoro possono selezionare e verificare gli inserzionisti, possono intervenire sull'aspetto formale e su quello legale delle inserzioni, possono pubblicare o non pubblicare. Ma non possono cambiare i testi dell'annuncio stesso. O meglio: la redazione di Lavoratorio.it interviene pesantemente anche sui testi, ma non può e non potrebbe modificarli nella sostanza. La nostra redazione ha anche l'accortezza di evitare che lo stesso annuncio venga ripetuto prima della sua scadenza, quindi possiamo tentare di escludere che venga pubblicato con frequenze più brevi di un mese. Più di questo, lo assicuro, non ci è possibile fare.
Possiamo consolarci solamente nella consapevolezza che la falce della crisi ha colpito e colpirà duramente anche nel settore della selezione del personale: sopravviveranno soltanto i migliori e quelli che sapranno gestire ed elevare correttamente la propria professionalità. Insomma, le peggiori abitudini del nostro mercato del lavoro, prima o poi, sono destinate a sparire."