mercoledì 08 ottobre 2025

Come ricavare quattro miliardi dagli annunci illegali

di Roberto Marabini - Pubblicato il 16 ottobre 2014

Qualche giorno fa, il quotidiano Il Tirreno ha dato ampio spazio ad un’inchiesta sul tema degli annunci di lavoro ingannevoli. Il lavoro dei giornalisti si è svolto nell’arco di diverse settimane, anche attraverso una serie di video, realizzati sul modello di Striscia la Notizia o delle Iene (incursione sul campo con telecamera nascosta).

A corredo dell’inchiesta, Il Tirreno ha pubblicato anche un’intervista al sottoscritto, in qualità di “esperto” di annunci ingannevoli.
 
Da quando ho pubblicato l’ebook L'inserzione imperfetta – Come leggere un annuncio di lavoro e capirci qualcosa, scaricato gratuitamente da oltre un milione di lettori di Lavoratorio.it, ho perso il conto delle decine di interventi che mi sono stati richiesti su questo tema: articoli, interviste, conferenze, convegni  e quant’altro.

Potrei trarre qualche conforto dall’interesse che ogni tanto gli annunci  falsi, pericolosi o ingannevoli riescono a sollevare. Ma  tutti questi polveroni non possono compensare un dato che, in sé, continua a sembrarmi tragico: la legge prevede sanzioni molto pesanti  per ogni irregolarità presente nel testo di  un qualsiasi annuncio di lavoro (da 4 a 12mila euro), ma non mi risulta che nessuno sia MAI stato multato!
 
Per dare l’idea del fenomeno, è sufficiente effettuare una semplice ricerca attraverso un motore internet specializzato in annunci: Jobrapido, Indeed o anche AdZenit. Per esempio, “cameriera – Firenze”. Scorrendo i primi cento annunci del risultato, possiamo limitarci a contare gli annunci che non rispettano i requisiti previsti dalla legge. Ad esempio, gli annunci ANONIMI, cioè quelli che non pubblicano il nome dell’inserzionista. L’ho appena fatto e ne ho contati ottanta! Ottanta infrazioni da quattromila euro su cento annunci controllati: 320mila euro di sanzioni da recuperare.
 
Il calcolo è ancora più impressionante se allargato all’intero mondo degli annunci di lavoro. Posso ragionevolmente affermare che in questo momento sono pubblicati in Italia circa 500mila annunci di lavoro, più o meno reali, ingannevoli, falsi, pericolosi o quant’altro. Non mi interessa la loro natura. Vorrei soltanto far notare, per l’ennesima volta, che siamo di fronte a 8-900mila infrazioni, cioé quasi 4miliardi di ammende che nessuno si sogna di erogare. Quanto basterebbe per risolvere il finanziamento delle Casse integrazioni straordinarie e il ri-finanziamento dell’Inps.
 
Qualcuno vuole avvisare il nostro Capo del Governo o il Ministro del Lavoro? Nemmeno mi interessa più come si chiamano…  Oppure, quei cosi… i partiti? Oppure, gli altri… i sindacati? Sì, tutti quelli lì che dal 1945 si schierano, lottano, fanno e disfano le leggi, ma si dimenticano di applicarle.
 
Ben al di là delle inserzioni irregolari e delle sanzioni mai erogate, è proprio questo il problema più grave e importante che mi piacerebbe sottolineare: è inutile scrivere o riscrivere qualsiasi legge o regolamento, o addirittura studiare radicali riforme o contro-riforme, se poi nessuno si sognerà di applicare correttamente le nuove norme. Come è sempre successo.
 
Anche per questo motivo non ho letto il Giobatta* (immagino si scriva così, ma non capisco se è un riferimento a mio zio disoccupato) e non lo leggerò.
Roberto Marabini
Direttore Lavoratorio.it
 
*Vorrei soltanto sapere chi è il cretino che ha suggerito di chiamare Jobs Act il progetto di riforma del mercato del lavoro italiano
 
Qui di seguito, i link ai documenti citati nell’articolo:

E-book gratuito: “L’inserzione imperfetta – Come leggere un annuncio di lavoro e capirci qualcosa”

Inchiesta del quotidiano Il Tirreno sulle inserzioni ingannevoli

I video sulle inserzioni ingannevoli del quotidiano Il Tirreno

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