Vorrei mettervi a conoscenza di un caso di... non so come definirlo: mobbing, sfruttamento, minaccia...:lascio a voi decidere dopo aver letto quanto segue.
Finalmente alla fine dell' estate scorsa, riesco ad ottenere un lavoro temporaneo (premetto che sono un perito elettronico con buona esperienza alle spalle, avendo acquisito molte delle mie capacità tramite corsi di specializzazione e sul campo, ma purtroppo troppo vecchio per essere assunto e troppo giovane per andare in pensione, avendo 'ben' 48 anni!) tramite una borsa lavoro di ben 400 euro mensili, esenti da contributi ed ogni altra forma agevolativa, presso una Cooperativa: la mansione era quella di imparare la raccolta differenziata ed i vari percorsi di raccolta per un totale di circa 24 ore settimanali. Dopo qualche settimana mi accorgo di una forte differenza di ore (con totali spesso superiori alle 40 ore settimanali) ed espongo la cosa al mio tutor nonchè vicepresidente della cooperativa: mi viene allora proposto di 'compensare' l' esubero con dei pieni di benzina; e fino a qui la cosa mi stava anche bene. I guai sono cominciati quando ho dovuto fare alcune assenze per malattia e per via dell' auto essendo ai minimi termini, dato che con la situazione di disoccupato è gia difficile farla camminare: alcune mattine non ho potuto raggiungere il posto di lavoro, per cui ho avvisato sempre intorno alle 6.30; lo stesso dicasi quando alcune volte non sono stato bene. In queste occasioni ho presentato regolare certificato e recuperavo le ore lavorando i giorni che ero di riposo, spedendo per quieto vivere anche la diagnosi (cui peraltro non sarei tenuto a farlo). Dopo i primi tre mesi il contratto è stato rinnovato dopo una riunione con la tutor della borsa-lavoro, il mio tutor aziendale e me, in quanto c'era il problema, secondo la Cooperativa, di troppe assenze: facendo presente il fatto che comunque erano sempre più che giustificate e 'legali', ho cominciato ad obiettare alla Cooperativa alcune mancanze a livello di mansioni lavorative, anche se sono il primo a dire che non posso stare in giro con i colleghi solo a guardare, come previsto dal contratto; poi è uscita la questione della sicurezza: a tuttora mi è stato consegnato solo un paio di scarpe antinfortunistiche, una pettorina catarinfrangente (peraltro uscita di norma), guanti e una mantella antipioggia: per maglie, pantaloni a norma, giubbotti vari, inbragature e casco niente a fare, nonostante ripetuti solleciti scritti e verbali (però mi hanno fatto un richiamo scritto quando ho messo alcune volte delle scarpe da ginnastica per problemi ai piedi, annullato poi dietro presentazione di esonero medico, ed anche qui c'è stata una contestazione al giudizio medico da parte del tutor aziendale in quanto secondo lui i calli e le vesciche non vengono in una notte e quindi non era il caso che stessi a casa (peccato che il giorno prima eravamo di turno per una raccolta di sfalcio erboso nel comune di Sommariva, dove la maggior parte dei bidoni pesa più di 40-50 kg!). A questo punto passano altri tre mesi e 15 giorni prima dello scadere della borsa lavoro, il tutor aziendale mi comunica telefonicamente 'Che se ti sta bene la Cooperativa ti fa il contratto direttamente, chiudendo prima la borsa lavoro perchè così la utilizziamo per poter assumere una patente C di cui abbiamo bisogno'. Accetto di buon grado. Dopo un po di giorni, dovendo andare a lavorare per una sostituzione, leggo il contratto e vedo che è un tempo limitato e part-time di 28 ore settimanali! Tralascio tutta una serie di lavori svolti nelle giornate in cui ero di riposo per andare a sostituire qualcuno, sapendolo solo alle 7 del mattino, dovendo spesso spostare impegni presi nelle giornate libere (come mi era stato chiesto di fare per non pesare come assenze giustificate!). Anche qui dopo qualche settimana inizio a fare turni su turni, sforando il tetto personale delle ore: solita solfa 'per favore vai che ci manca gente che non sta bene e non sappiamo come fare!' . E scopro che non solo che le ore in più non sono pagate come straordinari, ma vanno a finire in una borsa nera di ore da utilizzare chissa quando (a detta dei colleghi, ma vero!) e si arrabbiano pure se non riesco a disdire gli impegni ed andare! Cerco di chiarire la cosa con il tutor aziendale, ma dopo alcune settimane tutto torna come prima. Addirittura una mattina ho dei problemi con l'auto, comunico la cosa subito e mi arrivano una serie di messaggi, che recitavano:' Vedi, alla Cooperativa serve gente come il collega che ti ha sostituito stamattina...',' Vedi, tra un po' ti scade il contratto: Chi vuoi che tenga, secondo te? d' altronde la vita è tua: auguri'. Tagliando corto, scaduto il contratto il giorno 15/06 nessuno (!) ha avuto il coraggio di dirmelo in faccia: dal sabato prima si negavano tutti ad email, fax e telefonate: alla fine il compito l' hanno scaricato alla segretaria. Ma questo è un modo si fare della dirigenza della Cooperativa quando c'è qualche difficoltà da affrontare!
Se poi si va a leggere sui giornali locali, questaa viene descritta come la Cooperativa dei Buoni Sammaritani: vantano pubblicamente meriti per aver recuperato al lavoro gente giudicata dai servizi sociali come irrecuperabili e fino a qui tanto di cappello; ma non dicono che gli utili sociali di quest' anno (+ 45% in più) si sono avuti pagando la gente con borse lavoro da fame, ricattando altri, magari pagandoli anche meno di altre cooperative che svolgono simili attività, trascurando spese per la sicurezza come nel mio caso o in quello di un collega a cui è stato negato il permesso di uscire un'ora prima per andare in pronto soccorso (tra l'altro dopo alcune settimane di lavoro con un' orario che se si sapese in giro la cooperativa chiude e non solo per le norme antinfortunistiche di quegli impianti!).
Finalmente alla fine dell' estate scorsa, riesco ad ottenere un lavoro temporaneo (premetto che sono un perito elettronico con buona esperienza alle spalle, avendo acquisito molte delle mie capacità tramite corsi di specializzazione e sul campo, ma purtroppo troppo vecchio per essere assunto e troppo giovane per andare in pensione, avendo 'ben' 48 anni!) tramite una borsa lavoro di ben 400 euro mensili, esenti da contributi ed ogni altra forma agevolativa, presso una Cooperativa: la mansione era quella di imparare la raccolta differenziata ed i vari percorsi di raccolta per un totale di circa 24 ore settimanali. Dopo qualche settimana mi accorgo di una forte differenza di ore (con totali spesso superiori alle 40 ore settimanali) ed espongo la cosa al mio tutor nonchè vicepresidente della cooperativa: mi viene allora proposto di 'compensare' l' esubero con dei pieni di benzina; e fino a qui la cosa mi stava anche bene. I guai sono cominciati quando ho dovuto fare alcune assenze per malattia e per via dell' auto essendo ai minimi termini, dato che con la situazione di disoccupato è gia difficile farla camminare: alcune mattine non ho potuto raggiungere il posto di lavoro, per cui ho avvisato sempre intorno alle 6.30; lo stesso dicasi quando alcune volte non sono stato bene. In queste occasioni ho presentato regolare certificato e recuperavo le ore lavorando i giorni che ero di riposo, spedendo per quieto vivere anche la diagnosi (cui peraltro non sarei tenuto a farlo). Dopo i primi tre mesi il contratto è stato rinnovato dopo una riunione con la tutor della borsa-lavoro, il mio tutor aziendale e me, in quanto c'era il problema, secondo la Cooperativa, di troppe assenze: facendo presente il fatto che comunque erano sempre più che giustificate e 'legali', ho cominciato ad obiettare alla Cooperativa alcune mancanze a livello di mansioni lavorative, anche se sono il primo a dire che non posso stare in giro con i colleghi solo a guardare, come previsto dal contratto; poi è uscita la questione della sicurezza: a tuttora mi è stato consegnato solo un paio di scarpe antinfortunistiche, una pettorina catarinfrangente (peraltro uscita di norma), guanti e una mantella antipioggia: per maglie, pantaloni a norma, giubbotti vari, inbragature e casco niente a fare, nonostante ripetuti solleciti scritti e verbali (però mi hanno fatto un richiamo scritto quando ho messo alcune volte delle scarpe da ginnastica per problemi ai piedi, annullato poi dietro presentazione di esonero medico, ed anche qui c'è stata una contestazione al giudizio medico da parte del tutor aziendale in quanto secondo lui i calli e le vesciche non vengono in una notte e quindi non era il caso che stessi a casa (peccato che il giorno prima eravamo di turno per una raccolta di sfalcio erboso nel comune di Sommariva, dove la maggior parte dei bidoni pesa più di 40-50 kg!). A questo punto passano altri tre mesi e 15 giorni prima dello scadere della borsa lavoro, il tutor aziendale mi comunica telefonicamente 'Che se ti sta bene la Cooperativa ti fa il contratto direttamente, chiudendo prima la borsa lavoro perchè così la utilizziamo per poter assumere una patente C di cui abbiamo bisogno'. Accetto di buon grado. Dopo un po di giorni, dovendo andare a lavorare per una sostituzione, leggo il contratto e vedo che è un tempo limitato e part-time di 28 ore settimanali! Tralascio tutta una serie di lavori svolti nelle giornate in cui ero di riposo per andare a sostituire qualcuno, sapendolo solo alle 7 del mattino, dovendo spesso spostare impegni presi nelle giornate libere (come mi era stato chiesto di fare per non pesare come assenze giustificate!). Anche qui dopo qualche settimana inizio a fare turni su turni, sforando il tetto personale delle ore: solita solfa 'per favore vai che ci manca gente che non sta bene e non sappiamo come fare!' . E scopro che non solo che le ore in più non sono pagate come straordinari, ma vanno a finire in una borsa nera di ore da utilizzare chissa quando (a detta dei colleghi, ma vero!) e si arrabbiano pure se non riesco a disdire gli impegni ed andare! Cerco di chiarire la cosa con il tutor aziendale, ma dopo alcune settimane tutto torna come prima. Addirittura una mattina ho dei problemi con l'auto, comunico la cosa subito e mi arrivano una serie di messaggi, che recitavano:' Vedi, alla Cooperativa serve gente come il collega che ti ha sostituito stamattina...',' Vedi, tra un po' ti scade il contratto: Chi vuoi che tenga, secondo te? d' altronde la vita è tua: auguri'. Tagliando corto, scaduto il contratto il giorno 15/06 nessuno (!) ha avuto il coraggio di dirmelo in faccia: dal sabato prima si negavano tutti ad email, fax e telefonate: alla fine il compito l' hanno scaricato alla segretaria. Ma questo è un modo si fare della dirigenza della Cooperativa quando c'è qualche difficoltà da affrontare!
Se poi si va a leggere sui giornali locali, questaa viene descritta come la Cooperativa dei Buoni Sammaritani: vantano pubblicamente meriti per aver recuperato al lavoro gente giudicata dai servizi sociali come irrecuperabili e fino a qui tanto di cappello; ma non dicono che gli utili sociali di quest' anno (+ 45% in più) si sono avuti pagando la gente con borse lavoro da fame, ricattando altri, magari pagandoli anche meno di altre cooperative che svolgono simili attività, trascurando spese per la sicurezza come nel mio caso o in quello di un collega a cui è stato negato il permesso di uscire un'ora prima per andare in pronto soccorso (tra l'altro dopo alcune settimane di lavoro con un' orario che se si sapese in giro la cooperativa chiude e non solo per le norme antinfortunistiche di quegli impianti!).
Questa, in sintesi, la mia storia; avendo dato parecchio, anche oltre di quanto previsto e visto che i servizi sociali hanno provato a farmi bloccare la divulgazione di questi fatti, ormai ho messo in moto la macchina della giustizia e sto comunicando quanto sopra (e altro che per il momento non posso rendere pubblico) ai vari organi competenti allo scopo di far sapere a tutti cosa può capitare di dover fare o tacere per mantenere un posto di lavoro. Voglio in ultimo ringraziare tutte quelle persone che chinando sempre la testa (e le braghe!) e dicendo sempre 'sissignore' hanno fatto in modo che la situazione lavorativa italiana sia al punto che è."
Claudio Farnesi